Il viaggio MAZAO di Silvia: esperienze di solidarietà e scoperte indimenticabili

Il viaggio di gruppo MAZAO di febbraio 2024

Nel febbraio 2024 Silvia ha partecipato a un nostro viaggio di gruppo, insieme ad altri otto giovani, con l’obiettivo di vivere un’esperienza di solidarietà nel cuore del Kenya. Questo viaggio le ha fatto conoscere da vicino MAZAO e le ha permesso di entrare in contatto diretto con la comunità locale, scoprendo non solo la bellezza dei paesaggi, ma anche la forza e la resilienza delle persone che ha incontrato. Le emozioni vissute durante questa avventura hanno lasciato un segno profondo nel cuore di Silvia, trasformando il suo modo di vedere il mondo.

Di seguito potete leggere la sua esperienza. Grazie Silvia e tutto il gruppo di Febbraio!

Il mio primo viaggio solidale in Kenya con Mazao Emozioni di viaggio

È un freddo e noioso venerdì sera di febbraio a Vienna. Dopo aver fatto il check-in bagagli in pochi minuti, mi ritrovo a dover aspettare due ore da sola in aeroporto. L’attesa è lunga, i pensieri tanti, la mente è ancora assorta nel lavoro. Cerco di staccare, di pensare al viaggio. È la mia seconda volta in Africa, il mio primo viaggio solidale, non so di preciso cosa aspettarmi, sento però che sarà un viaggio indimenticabile.

Dopo una scomoda notte in volo, arrivata a Addis Abeba mi riunisco finalmente ai miei giovani compagni di viaggio. Siamo tutti molto emozionati e non vediamo l’ora di incontrare quelli che saranno i nostri nuovi amici di Mazao e del Kenya.

Atterriamo a Mombasa. Si aprono le porte dell’aereo. Scendo. La passerella d’imbarco è una struttura di mattoni pressoché a cielo aperto. L’aria è calda e umida, splende il sole, avvolto da una certa foschia. Una folata d’aria mi travolge. È il vento dell’Africa, sì, lo riconosco! Il suo profumo unico e inconfondibile mi accoglie calorosamente in terra keniana e sento che mi dice: “Bentornata in Africa, Silvia!”. Sono in Africa e mi sta parlando!

Non meno caloroso è il benvenuto di Mercy e di Brenda pochi minuti più tardi. Sin dalla prima stretta di mano percepisco che mi trovo davanti a delle persone speciali, con un carisma ed un’energia uniche. Le emozioni sono come un fiume in piena, travolgenti e profonde.

Così inizia questo viaggio nel cuore del Kenya, che ancora non sapevo avrebbe trasformato il mio modo di vedere il mondo.

Ora dopo ora, giorno dopo giorno, mi sento travolgere sempre di più in un mondo diverso e aVascinante. Le giornate scorrono veloci, i pensieri negativi spariscono, si spalancano le porte alle emozioni, quelle forti, quelle che ti fanno vivere le esperienze più vere, imprevedibili e indelebili.

Mercy, Brenda e Joseph ci accompagnano a visitare scuole, famiglie ed amici. È tutto molto colorato, come i loro vestiti sgargianti e appariscenti. Ad accoglierci è sempre un clima di festa. La gente ci racconta tante storie, di gioia e di dolore. Incontriamo una bambina disabile con la sua tata, una madre il cui marito ha appena deciso di lasciare questo mondo, una bambina bellissima nata però da un atto violento, famiglie che vivono in capanne di fango, che non hanno nulla. Ma incontriamo anche famiglie che hanno appena ricevuto una casa in muratura e un pozzo d’acqua, visitiamo una fiorente piantagione che porta con sé tante soddisfazioni e speranze, una scuola di sartoria dai muri color arancione che dona vita nuova a giovani donne dal futuro altrimenti incerto. Portiamo loro vestiti, cibo, medicinali, materiale scolastico, giochi per i bambini, palloni, e le bolle di sapone che regalano a tutti, grandi e piccini, una gioia pazza e travolgente.

L’incontro con le persone coraggiose di Mazao, dedicate a migliorare le vite degli altri e della collettività intera, scuote le fondamenta della mia percezione del mondo. Le visite alle famiglie ospitanti e alle scuole sono come dei pellegrinaggi del cuore e dell’anima, entrando in contatto diretto con la realtà del territorio, bello e crudele al tempo stesso, e con le persone che lo abitano. L’accoglienza calorosa e fraterna della gente ci fa sentire a casa, avvolti dall’aVetto e dalla generosità che contraddistingue ogni gesto e ogni parola.

Ma è soprattutto lo sguardo luminoso e l’incontenibile gioia dei bambini a rapire il mio cuore, facendomi scoprire una gamma di emozioni finora sconosciute.
Vengo travolta da tanti sorrisi, saluti e batti cinque, in un selfie dove io compaio a malapena perché sono loro a prendere tutta la scena, con le loro urla festose.

Poco dopo invece mi ritrovo per terra, sommersa da una montagna di dolci abbracci. Non so come sia successo, ma sono lì, tra la sabbia, un po’ confusa, avvolta da dei piccoli braccini neri. E i miei occhi diventano lucidi. Alessandra, ridendo, mi chiede “Tutto bene Silvia lì sotto?”, ma mi sembra una voce lontana.

E poi arriva anche lui: il tramonto africano, con la sua bellezza mozzafiato! Trascorriamo una serata indimenticabile a casa di Maria, di Jay e della loro grande e allargata famiglia, avvolti dal tiepido crepuscolo africano. Visitiamo la loro piantagione, portiamo loro vestiti e cibo, accendiamo il fuco. Maria ci insegna a cucinare i chapati e il resto della cena. Tutto molto buono! Noi aiutiamo i bambini con i compiti; loro giocano con la mia macchina fotografica e ci fanno delle trecce bellissime. E intanto si fa buio.

Sperimento così per la prima volta il concetto del tempo africano, lento e prezioso, capace di donare spazi di pace e di serenità come mai prima.

Siamo di ritorno da safari meraviglioso. Ci fermiamo a portare biscotti e farina alle persone di quella zona sperduta di savana. Abbiamo appena finito i biscotti, purtroppo non ce n’è per tutti. Diamo l’ultimo pacchettino ad un bambino con una maglietta rossa, avrà non più di quattro anni. Lui è diverso dagli altri, è molto felice di avere ricevuto i biscotti, li stringe forte tra le sue piccole mani, ma non li apre subito e non se li mette in tasca come fanno tutti gli altri. Semplicemente si guarda intorno, come in attesa. Dall’altro lato della strada arriva lento un altro bambino, scalzo, con una salopette blu, di circa due anni, forse il fratellino minore. Ha lo sguardo triste, penso che sappia che non è arrivato in tempo per i biscotti. Improvvisamente però il suo sguardo si illumina: il bambino più grande, con una dolcezza ed una generosità immensa, gli va incontro e gli dona i suoi biscotti! Il bambino più piccolo apre felice il pacchettino. Entrambi hanno stampato in volto un tenero sorriso. Il primo biscotto se lo mette in bocca, ma il secondo lo condivide con il fratello maggiore. E noi ripartiamo, sconvolti dalla generosità e dalla semplicità di questa scena. Scendono lacrime. Una scena che non necessita di fotografie per restare per sempre impressa nella mia mente. È la capacità dei bambini di insegnarci le lezioni più profonde che la vita ha da offrire.

 

Mentre scrivo queste righe le lacrime mi rigano le guance un’altra volta. Sono lacrime di felicità e di gratitudine. La mia mente e la mia anima tornano laggiù, nell’Africa più pura e vera, tra le tante belle persone incontrate, a rivivere tutte queste emozioni e stati d’animo che ancora non sono sicura di aver compreso del tutto.

Quello che so è che questo viaggio ha lasciato un segno indelebile dentro di me. Questa avventura è stata un tuVo nell’essenza stessa della vita, un viaggio attraverso storie di tragedia e di speranza, di dolore e di gioia, che mi hanno donato una nuova prospettiva sul significato di solidarietà e di amore universale.

Non posso più restare ferma a guardare. Torno a casa con la consapevolezza che è solo un nuovo inizio.
Grazie Mazao, Mercy, Brenda, Joseph e Alessandra per avermi dato l’opportunità di vedere e toccare con mano l’Africa vera. Grazie ai miei giovani compagni di viaggio per avere condiviso momenti ed emozioni indimenticabili. E grazie Africa, grazie Kenya, per tutta la grande bellezza che racchiudi e che sempre ci concedi: natura, popoli, persone, emozioni allo stato puro.

Noi abbiamo la presunzione di pensare che sia l’Africa ad avere bisogno di noi, ma in realtà io penso che siamo noi ad avere bisogno di un po’ più d’Africa.